Nel 1952 sposa la sua adorata Giovanna, all’ana- grafe Giannina Monti, che con la sua sensibilità e dolcezza inizia una vera e propria avventura di vita con il suo Corrado. Lavorano insieme, si sostengono a vicenda e, oltre alle vernici e ai colori, iniziano a fare le cornici, apportando così un miglioramento al negozio, arricchendone l’attività. Nel 1956 nasce la loro unica figlia, Teresa, e si corona così un ideale di “perfezione”, un’idea di famiglia come luogo in cui realizzare desideri e progetti. E’ sempre lui al centro e in primo piano il suo lavoro, si potrebbe dire che la famiglia, mamma, moglie e figlia, costituiscono una cornice attorno a lui, al suo personaggio. Spesso regna un silenzio quasi “religioso”, intorno a questo personaggio cosi estremo, rapito da una moltitudine di pensieri, sempre teso verso un progetto, un fantasioso desiderio per lopiù impossibile da realizzare.
Anche in questo periodo qualcuno riemerge dal passato e cerca di contattarlo, ma lui ancora si nega a chiunque perfino ad un giornalista-critico d'arte famoso come Dino Buzzati, che non conoscendolo di persona si rivolge a lui in giardino chiedendo del pittore Selvini, e a cui viene risposto “il maestro non è in casa, io sono il giardiniere”……… Il perché di tutta questa ritrosia rimane veramente un mistero e si contrappone nettamente alla sua morbosa idea di essere “ grande artista incompreso” costruendo nel castello della sua fantasia in tutti questi anni una protezione attorno alla sua arte fino a renderla “intoccabile”, per paura di essere “contaminata”….. o “copiata”……..
E così trascorrono gli anni…….il pennino scorre su carte di ogni tipo, le chine colorano profili di figure, oggetti inconsueti e straordinari allo stesso tempo. Forme decorative ed estrosi “ghirigori” si alternano tra nudi, cavalli e amazzoni, incorniciandoli o intersecandosi fra loro. Personaggi fantastici… strabilianti… rincorrono una scia immaginaria che dalla mente e dal cuore dell’artista sgorga a profusione e si materializza in una forza, che Lui chiamava “mordente”, senza eguali.
Molti avvenimenti si sono susseguiti nella sua vita, come in tutte le famiglie del mondo, forse in modo un’pò più avventuroso…. molto ci sarebbe da raccontare: episodi stravaganti… ricordi curiosi di ogni tipo……e momenti difficili, superati come sempre attraverso il disegno fantastico dono, per lui anche terapeutico, ricco di bellezza e purezza.
Sono felice, a distanza, che mio padre tra i tanti fatti succeduti e vari tormenti, abbia alla fine potuto ricostruire nella sua vita un buon rapporto con la gente proprio attraverso quel negozio disordinato e stravagante dove ha goduto del rapporto con le persone, spesso affezionandosi a loro (a parte quando si irritava per esempio se una persona masticava il chewingum… o non toglieva gli occhiali da sole entrando nel negozio…...). Spesso faceva vedere i suoi disegni ed era felice se qualcuno si appassionava alla loro vista, ma spesso, anche se richiesto, negava questa possibilità per ritrosia, si può dire anzi per una sorta di gelosia che lo legava morbosamente alle sue creature. Si divertiva chiamando i ragazzini di strada....... li faceva fischiare… “vediamo chi fischia più forte”…. e poi dava piccoli premi a tutti …… oppure li invitava a portare il dentino da latte quando cadeva, perché conosceva un "mago" che con la bacchetta magica li faceva diventare d’oro….. e di nascosto li colorava per poi renderglieli, godendo del loro stupore e della loro gioia…….E' così che amava vivere nei momenti di serenità.......semplicemente....... quasi come fosse un bambino anche Lui, riflettendo la stessa innocenza nella sua arte.
Ma ciò che conta di più ora, nella sua storia, è che grazie a questo “patto di fedeltà” con se stesso per la sua arte, se pur a suo discapito per non essersi mai esposto, ha lasciato un patrimonio di pura ricchezza espressiva, tale da non poter essere lasciato nell’oscurità per sempre. Per usare una sua frase, è come se dovesse essere ancora “partorito al mondo."
Mi rende felice l’idea che si possa realizzare davvero quello che è rimasto sempre un sogno per Lui (e da sempre anche per me )...... e ancor più oggi, insieme alla mia famiglia, poterlo concretizzare davvero e trasformare in realtà.
E allora… si riparte!!! La pressa con la scritta “MUSEO SELVINI” l’ha lasciata Papà in eredità, ed è pronta per essere usata...... nella speranza che possa imprimere un marchio, se pur con la dovuta modestia, anche nella storia dell'arte e nel cuore delle persone.
Teresa Francesca Selvini
28/07/2016